Una posizione dominante e una struttura fortificata per un’antica ed enigmatica rovina.
Sotto il Monte Conca Mele, nel Montiferru, su un pianoro a circa tre chilometri dalla costa, si trovano i ruderi di un’imponente e misteriosa costruzione chiamata “Su Palatu”.
E’ un alto edificio a due piani, ormai ridotto a un rudere, costruito con le pietre locali, tufo e basalto. Da lontano quasi non si vede, ma una volta raggiunto ci si rende conto delle dimensioni e ci si domanda subito che cosa potesse essere, che funzione avesse, chi lo abitasse. Oltre alle dimensioni colpisce anche la posizione: la vista spazia dallo stagno di Cabras a Capo Mannu, fino a Santa Caterina.
Una vasta corte di pianta rettangolare è contigua alla costruzione principale. Restano le tracce di ambienti oggi completamente crollati che dovevano essere locali di servizio. Solidi mura in pietra proteggevano la corte e tra le rovine si intravede anche una sorta di loggiato.
Cosi descrive la misteriosa costruzione l’archeologa Maria Giovanna Campus:
“Un grande portale immette nella dimora dove restano intatte due sale al piano terra coperte da volte a botte e a crociera e il vano della scala, coperto pur’esso da volta a botte, e a cui si accede da un’arcata a sesto acuto. Crollati gli ambienti che davano sul mezzanino della scala e quelli al piano superiore in cui residuano parzialmente i muri perimetrali ed in uno dei quali si apre uno spioncino “a feritoia”.
Gli archi e le volte a botte sono realizzate in tufo accuratamente lavorato. L’edificio si trova in posizione arretrata rispetto al muro di cinta della corte, alto oltre quattro metri nel lato che guarda ad ovest-sud ovest, verso il mare, e che conferisce a Su Palatu, insieme ad altri elementi, il carattere di dimora fortificata.
Frutto di un impegno senz’altro notevole in termini di risorse finanziarie e di energie umane, Su Palatu, sorto in posizione appartata ma dominante la campagna all’intorno e, soprattutto, la costa, pone il legittimo interrogativo della sua storia: quando venne edificato? Da chi? Per quale ragione?
In assenza di fonti Maria Giovanna Campus avanza diverse ipotesi basate su elementi oggettivi tratti dall’osservazione del sito e dalla riflessione su alcuni elementi significativi di esso:
“Riteniamo possibile che, nell’imperversare delle invasioni saracene che determinarono il progressivo spopolamento delle zone costiere col terrore più che motivato che spargevano, per il saccheggio cui venivano sottoposti i villaggi e ancor di più per i prigionieri che ne venivano tratti, chi aveva possibilità di mezzi abbia costruito, per la propria famiglia ed i propri servi, questa dimora cui era difficile accedere ma da cui era possibile il controllo del paventato pericolo dal mare. Nell’ambito di questa ipotesi, l’edificazione di Su Palatu può essere databile tra il XVI-XVII secolo”.
Sembra che su Palatu a fine Ottocento, sia stato per un certo periodo rifugio di briganti durante la loro latitanza. In tempi più recenti ha accolto al pianterreno bestiame.
Ma sembra che questa misteriosa rovina nasconda svariate storie e leggende circa la sua funzione: c’è chi dice che fosse una casa rurale in cui veniva custodito il bestiame, chi dice che ospitasse le maestranze delle miniere limitrofe e chi invece ipotizza fosse un ex monastero in cui, i pochi monaci che poteva ospitare, vivevano in completa solitudine.
Questo alone di mistero ha contribuito, come ci ha riferito un pastore della zona, a tener lontana le popolazioni del circondario.
Dove si trova: non è facile da trovare, ma nemmeno così difficile. Si raggiunge percorrendo la SS 292 da Oristano in direzione di Santa Caterina di Pittinuri. Superato il villaggio di S’Archittu, si prende la deviazione a destra che conduce all’area paleocristiana di Cornus. Giunti in prossimità dell’area archeologica si prende a sinistra un sentiero cementato al termine del quale si può proseguire su una pista posta sulla destra. Dopo circa mezz’ora di camminata si raggiunge la costruzione situata in mezzo alla macchia mediterranea. Google Maps.