L’idea è questa: un libro illustrato che racconti il cammino minerario di Santa Barbara, nel sud della Sardegna.
Perché abbiamo scelto questo lungo cammino? Perché unisce tre grandi passioni che hanno portato alla nascita di questo sito nel 2012: camminare, i posti abbandonati, la natura.
Stanchi di fotografie “scatta e fuggi” e racconti frenetici e poco approfonditi, abbiamo individuato in questo cammino di 500 chilometri un’occasione ideale per raccontare una parte della nostra isola in modo originale, con lentezza, attraverso parole e disegni, in un libro cartaceo. In sintesi: un reportage di viaggio illustrato.
Il cammino è già iniziato
La buona notizia? Non è solo un’idea: il cammino l’abbiamo già iniziato e il libro lo stiamo già scrivendo. Puoi leggere l’inizio in questa pagina, da Iglesias a Porto Flavia:
Se l’idea ti piace e vorresti leggere il libro intero, cioè tutti i 500 chilometri (e forse di più, amiamo le deviazioni), puoi sostenerci con una donazione. Servirà a coprire le spese durante il cammino. In poche parole: traghetto (uno di noi non abita stabilmente in Sardegna), benzina, cibo, dormire, cose così.
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(nella causale mettere: sardegna abbandonata in cammino)
L’idea del Cammino: come sarà il libro
Vuoi sapere più nello specifico di cosa si tratta? L’idea è quella di camminare, la cosa che amiamo di più fare, e raccontare il viaggio. Siamo due, uno scrive, l’altro dipinge e disegna. Abbiamo un’idea di come dovrebbe venire il libro finito (e puoi averne un assaggio leggendo l’inizio qui), ma sappiamo che le cose possono anche cambiare in corso d’opera – in cammino, appunto.
Ma l’idea di base è questa: testi e disegni che restituiscano in chi legge l’esperienza stessa del cammino attraverso la scoperta dei luoghi, delle luci, dei colori e soprattutto delle tante storie che si dipanano nei 500 chilometri di questo importante percorso storico, culturale e spirituale. Natura, miniere, case e fabbriche abbandonate, piccoli paesi, mare, fiumi e montagne. E poi le storie del passato, ma anche del presente, dei viandanti che incontriamo per strada, e perfino delle formiche.
Perché un libro illustrato
Perché un libro illustrato? Perché, trattandosi di un lungo cammino, pensiamo che le forme più consone per raccontarlo e per coglierne al meglio l’essenza siano quella della scrittura e del disegno, ovvero le due tecniche di racconto e di rappresentazione del reale che più si prestano a comunicare l’idea stessa di viaggio a piedi, di esperienza intensa e immersiva e di contemplazione dei territori che si attraversano.
In un mondo come quello contemporaneo dove tutto – e in particolare i luoghi – viene raccontato freneticamente con video e fotografie “scatta e fuggi”, spesso da condividere e poi dimenticare subito dopo, ci sembra necessario e doveroso un cambio di passo, affidarci a un altro sguardo, a un altro respiro, che sia più lento e più profondo.
Così come il cammino è come un libro che, pagina dopo pagina, si apre al viandante che lo scopre passo dopo passo, allo stesso tempo immaginiamo il nostro libro come un viaggio che cali il lettore tra i sentieri e le strade, tra scogliere e montagne, tra il mare, le miniere e le chiese, facendogli sentire suoni e profumi, il caldo del sole e il fresco della brezza marina. La nostra scoperta, il nostro cammino, sarà anche quello dei lettori.
Raccontare ogni singolo dettaglio con stupore e meraviglia
Seguire un sentiero, a nostro avviso, è come sfogliare un libro che racconta il passato, il presente ma anche il futuro dei luoghi: scoprirne, mentre si cammina, ogni singolo dettaglio con stupore e meraviglia, saper vedere e ascoltare le storie più o meno nascoste dietro ogni paesaggio, ogni sito minerario, ogni albero, ogni rudere e ogni sasso. In questo senso per noi ogni chilometro del cammino è una pagina che mostra ai viandanti l’identità dei territori attraversati, profumi, colori, suoni, volti e storie. Pagine che abbiamo intenzione di scoprire e poi di riportare sulla carta.
Ecco perché pensiamo che un viaggio lungo, lento e profondo come quello del Cammino minerario di Santa Barbara, possa essere raccontato al meglio proprio intrecciando in maniera complementare l’aspetto narrativo della scrittura di viaggio con quello visivo ed emozionale del disegno. Parole e disegni possono comunicare in maniera autentica le sensazioni che si vivono in un viaggio.
In questo modo siamo convinti di poterne cogliere gli aspetti più essenziali e profondi, esteriori e interiori, mettendo al centro le componenti che costituiscono l’esperienza del Cammino nella sua interezza, dall’aspetto naturale a quello storico, da quello culturale a quello spirituale. Che poi è quello che abbiamo sempre cercato di fare, sperimentando vari linguaggi, con il progetto Sardegna Abbandonata.
I punti chiave del progetto sono:
I disegni
Ovvero la scelta dei disegni – e non delle fotografie – in contrapposizione a un mondo fin troppo pieno di immagini che si scattano per accumulo e spesso senza un perché. Ci proponiamo piuttosto di “guardare meno per guardare meglio”, con l’attenzione ai particolari, alla valorizzazione dei paesaggi meno scontati, alle piccole e grandi meraviglie che quella parte di Sardegna sa regalare, riportando non la mera riproduzione della realtà ma piuttosto l’atmosfera colta dallo sguardo personale dell’artista, peraltro già concentrato da anni in un percorso di ricerca che predilige soggetti quali rovine, archeologia industriale e i paesaggi marini nei loro aspetti meno scontati e più sorprendenti. Se le fotografie finiscono per assomigliarsi tutte e restituire, per sovraccumulo, sempre meno di quella realtà che vorrebbero rappresentare, il disegno, basandosi sull’interpretazione della realtà che ne dà l’artista, è invece qualcosa di unico, originale e prezioso.
I testi
La narrazione testuale costituirebbe l’ossatura portante dell’opera, non limitandosi al semplice elenco descrittivo delle tappe ma puntando a suggestioni che, tramite tecniche narrative, regalino ai lettori il “sapore” autentico dell’esperienza in tutte le sue sfaccettature. Così come il cammino si pone anche come forma di turismo alternativa a quella “mordi e fuggi” del turismo “fast”, il libro sarebbe un modo di raccontare questo percorso in maniera profonda e approfondita, dunque più vicino a ciò che oggi viene definito “slow journalism”, ma anche al diario di viaggio e al reportage narrativo. Tutte forme ibride di racconto che mescolano realismo e poesia, con grande attenzione alla prosa e allo stile, all’originalità dello sguardo, ai dettagli e alla scorrevolezza. Dunque i testi non sarebbero mere didascalie dei disegni, così come i disegni non sarebbero semplici cartoline a corredo della narrazione testuale: i due mezzi espressivi sarebbero perfettamente complementari, costituendo un unico progetto di storytelling di viaggio.
In conclusione
In conclusione, pensiamo che un cammino sia tante cose e che le persone scelgono di farlo per tanti motivi diversi. Un cammino è un atto di fede, una modalità di fare turismo sostenibile, una sfida personale, la scoperta e l’esplorazione di un territorio o una semplice passeggiata. Quale che sia il modo di vederlo – e la motivazione che ci spinge a farlo – un cammino è comunque sempre un’esperienza che può essere condivisa e raccontata.
Ciò che ci proponiamo di fare con il libro illustrato è riportare il nostro viaggio, tramite parole e disegni, tappa dopo tappa, invitando e ispirando chi lo legge a intraprendere il proprio, di viaggio. Dunque non una guida per escursionisti – che già esiste – ma un racconto molto personale realizzato da due artisti e appassionati camminatori, che documenti il cammino ma che a sua volta generi altri cammini, altri viaggi, altri racconti, altre persone che, leggendolo, si sentano spinte ad aprire la porta di casa e, zaino in spalla, mettersi in viaggio.
In più, ci piacerebbe condividere il nostro viaggio – ovvero la realizzazione del libro – documentandone le fasi sui nostri canali sociali dove postare, come in una sorta di diario di bordo, piccole impressioni, schizzi e annotazioni “in progress”, senza fretta e senza obbligo, fedeli a quel cambio di passo e di respiro cui accennavamo sopra, a dimostrare che un altro modo di utilizzare i social network forse è possibile.
CHI SIAMO
Per i testi: Martino Pinna, scrittore, documentarista, fondatore di Sardegna Abbandonata. http://www.batisfera.it/
Per i disegni: Gianluigi Concas, pittore e collaboratore di Sardegna Abbandonata. https://closedoutnow.blogspot.com/
Per ora è tutto, ricordati che:
- puoi sostenere il progetto
- se hai domande o dubbi scrivici
- e se non l’hai ancora fatto vai a leggere l’inizio del viaggio, l’inizio del libro!