Pietra su pietra, fino alla cinta
Trovarsi davanti a circoli e recinti di pietre è quanto di più abituale possa capitare in Sardegna: assolvendo alla stessa funzione millenaria di ovili e capanni, potrebbero risalire alla Preistoria come al secolo scorso. Tuttavia fonti autorevoli datano il villaggio abbandonato di Rempellos come medievale e altomedievale, ma con preesistenze nuragiche e romane: così tutti saranno contenti e tanto basti ai nostri lettori più curiosi.
Siamo nelle Baronie, precisamente a Siniscola e ancora più nel dettaglio nella valle del rio Berchida, alla cui foce la spiaggia omonima è banalmente considerata una delle più belle del Mediterraneo, se non del mondo. Una delle tante particolarità dell’arenile è il paesaggio sgombro da qualunque costruzione -chioschi esclusi- e per questo dobbiamo anche ringraziare il felice spopolamento del nostro Rempellos. Uno dei pochi siti a potersi fregiare ufficialmente del titolo di “abbandonato” già da tempi non sospetti.
Qui dove persino lo sterrato è un’esperienza, guadato il rio, non ci attende altro che muretti a secco e uno splendido panorama. Rempellos segna il limite ultimo, la sottile linea di confine tra archeologia e abbandono. La fusione fra resti urbani e rocce affioranti è talmente organica che è impossibile capirne inizio e fine. Non resta allora che esplorare senza una meta e saltare di pietra in pietra su questo ripido versante, come le nostre amate capre prima e dopo di noi.
Dove si trova: in località Berchida a Siniscola (NU). Google Maps.