Il borgo militare dove lo Stato italiano si arrese alla rivolta degli orgolesi
Un piccolo borgo con chiesa, scuola e abitazioni, per ospitare le famiglie dei militari che lavoravano nel poligono temporaneo di tiro, nella zona dei pascoli di Pratobello, tra Fonni e Orgosolo. O almeno queste erano le intenzioni dello Stato italiano.
Le cose in realtà andarono diversamente: gli edifici vennero costruiti, ma nel 1969, in seguito alla rivolta dei contadini, studenti, pastori, giovani, donne e anziani di Orgosolo – una rivolta pacifica che durò una settimana e consisteva nell’occupazione dei campi – il poligono fu smantellato e il borgo di Pratobello venne abbandonato.
Oggi quel che resta è un vero piccolo paese fantasma, dove i ruderi sono il ricordo di un importante evento della storia recente dell’isola. Sulle pareti, come al solito, c’è il diario generazionale dei giovani della zona, oltre ad alcune scritte indipendentiste e due bei murales che ricordano lo spirito della rivolta di Pratobello e il rischio ricorrente di uno Stato autoritario che veda nell’Isola il proprio parco giochi per operazioni militari.
All’interno degli edifici pericolanti c’è un vero e proprio ossario di animali: pecore, capre e cani, morti qui nel corso degli anni. Pochi metri più avanti, in direzione sud-ovest, c’è quello che doveva essere il cimitero di Pratobello. Non essendo mai stato usato, oggi appare come un semplice campo delimitato da un muretto.
Dove si trova: dalla strada SS 389 prendere il bivio per Pratobello. Si trova a pochi metri dallo svincolo, lungo la strada. Google Maps