Gli uomini che fissano Caprera
Un’enorme città militare abbandonata: è lo scenario che si apre addentrandosi per le rovine di Poggio Rasu, la più estesa fortificazione dell’isola di Caprera. Sei ettari di macerie, perfettamente integrati nel paesaggio e divorati dalla macchia mediterranea in ogni angolo: un gigante di granito in perenne evoluzione, in bilico tra crescita e crolli, quasi un’architettura organica dell’apocalisse.
Eppure, nonostante la sua imponenza, Poggio Rasu appare quasi in sordina. Procedendo sulla strada sterrata in direzione nord, costeggiamo sulla destra un anonimo muro di cinta uguale a mille altri. Si passerebbe oltre se non fosse per un piccolo slargo che richiama l’attenzione, un varco che ci catapulta tra i meandri di quello che solo poco più di un secolo fa era un affollatissimo centro di difesa costiera.
Casermette, depositi, cucine, infermerie, vicoli ciechi, cunicoli: questo è Poggio Rasu Inferiore, un efficiente agglomerato simil-urbano di servizio al vero nucleo della struttura, ossia Poggio Rasu Superiore, situato su una collina a poco più a est, a quasi 100 metri di altitudine.
Anch’esso era sorprendentemente invisibile agli occhi, ma non di certo alle orecchie: a Poggio Rasu Superiore, infatti, si sparava eccome, o quantomeno le intenzioni erano quelle. Mentre il settore inferiore era la mente, qua, ai piani alti, risiedeva il braccio. Dopo aver oltrepassato il ponte levatoio, oggi crollato, compaiono le tracce indelebili di una grossa batteria costiera armata con una decina di moderni obici e cannoni di grosso calibro e, più avanti negli anni, artiglieria antiaerea.
Nei progetti della Regia Marina Italiana, che edificò la struttura tra il 1887 e il 1893, la batteria avrebbe dovuto coprire un vasto braccio di mare che andava da Cala Portese fino a Capo Ferro. Non sappiamo se negli anni successivi abbia svolto la sua funzione, con la verosimile eccezione del secondo conflitto mondiale, quando l’Arcipelago di La Maddalena divenne uno dei punti più “caldi” dell’Isola.
Ma prima dell’ultima guerra, Poggio Rasu rientra nella consuetudine che accompagna inevitabilmente tutte le fortificazioni militari della Gallura: costruite per fronteggiare un nemico invasore, reale o immaginario, che non arriverà mai. Per decenni un numero incalcolabile di vedette senza nome, ma soprattutto ufficiali e impettiti generali hanno scrutato invano l’orizzonte alla ricerca di qualcosa che potesse dar senso alla propria vita, probabilmente senza mai sparare un colpo che non fosse per semplice esercitazione. Un desolato e beffardo Deserto dei Tartari in riva al mare.
Dove si trova: nella parte meridionale dell’isola di Caprera, nei pressi della collina di Monte Rasu, nel comune di La Maddalena (SS). Google Maps. TRIPinVIEW.