Sardegna Abbandonata è un sito in rete dal 2012 che racconta i luoghi abbandonati e nascosti della Sardegna, ma non solo. Ci interessa tutto ciò che è invisibile, meraviglioso e dimenticato, che siano edifici, persone, oggetti animati o inanimati.
Chi siamo
Nonostante i frequenti dubbi, esistiamo, ci muoviamo, camminiamo. Qualcuno giustamente si è chiesto chi siamo. In questa pagina diamo una sintetica risposta.
Responsabile (per denunce, minacce fisiche o verbali)
Martino Pinna
Collaboratori
Daniele Bertulu, Federico Gandolfi, Gabriele Pinna, Kai Ortolani, Gianluigi Concas, Alessandro Violi, Marco Galaffu
Hanno collaborato
Antonello Orani, Marta Pinna, Alessandro Sirigu, Antonello Cannas, Alessandro Ponzeletti, Gabriele Puddinu, Candida Foddai, Angelo Saccu
Leggi anche Il Disclaimer
Il perché di questo sito
Principalmente perché ci piacciono le rovine, i fantasmi, le cose dimenticate. Non siamo fotografi, non siamo artisti. Ci piace camminare.
E poi perché:
“Attenta, madre, l’aiuto io, giriamo attorno a queste macerie, meglio per questo corridoio che finisce in un altro cortile ancora, a un livello diverso, adibito a funzioni dimenticate, aperto su stanze dove le ragnatele attenuano i suoni e su porticati dove rimasero attaccati gli echi di transiti che non lasciarono notizia, o saranno topi e gatti e galline e colombe che si inseguono tra le rovine di questa muraglia che nessuno ha finito di demolire.”
(da “L’osceno uccello della notte” di Josè Donoso)
Ma anche:
“Poi il tetto sarebbe crollato; i rovi e la cicuta avrebbero cancellato sentieri, scalini e finestre, sarebbero cresciuti, in modo ineguale ma rigoglioso sul terrapieno, fino a quando un viandante smarrito avrebbe riconosciuto da un tizzone di fuoco in mezzo alle ortiche, da un coccio di porcellana fra la cicuta, che una volta lì era vissuto qualcuno; c’era stata una casa.”
(da “Gita al faro” di Virgina Woolf)
E oltretutto:
Lo strato più segreto del nostro mondo rimase scoperto sul fondo del mare: navi naufragate, facciate di case, candelabri di sale da ballo, tazze del gabinetto, forzieri di pirati, schermi televisivi, furgoni postali, fusoliere di aerei, cannoni, busti di marmo, Kalashnikov, il carapace di metallo di un pullman per turisti, acquasantiere, lavastoviglie, computer, spade incrostate di cirripedi, monete diventate pietra. Lo sguardo strabiliato spaziava tra queste cose; la popolazione che dalle case in crollo era fuggita verso le colline costiere si precipitò giù. Dove erano stati urto terrestre e schianto terrificante, adesso era nudo silenzio. La saliva del mare scintillava su questi oggetti; è provato che il tempo non può, né mai ha potuto esistere quaggiù dove la materialità del passato e del presente per come sono non ha ordine cronologico, tutto è uno, tutto è nulla… oppure tutto si possiede all’istante.
(da “Il saccheggio” di Nadine Gordimer)
E perfino:
“Rovistarono fra le rovine carbonizzate di case in cui un tempo non avrebbero mai messo piede. Un cadavere che galleggiava nell’acqua nera di una cantina in mezzo ai rifiuti e alle tubature arrugginite. L’uomo si fermò dentro un salotto parzialmente incenerito e aperto al cielo. Le assi deformate dall’acqua inclinate verso il giardino. Volumi fradici sugli scaffali di una libreria. Ne prese uno, lo aprì e lo rimise a posto. Tutto era umido. Marcescente. In un cassetto trovò una candela. Non c’era modo di accenderla. Se la mise in tasca. Uscì fuori nella luce livida, rimase lì in piedi e per un attimo vide l’assoluta verità del mondo. Il moto gelido e spietato della terra morta senza testamento. L’oscurità implacabile. I cani del sole nella loro corsa cieca. Il vuoto nero e schiacciante dell’universo. E da qualche parte due animali braccati che tremavano come volpacchiotti nella tana. Un tempo e un mondo presi in prestito e occhi presi in prestito con cui piangerli.”
(da “La strada” di Cormac McCarthy)
Il nostro è un progetto totalmente autofinanziato. Non abbiamo pubblicità, non abbiamo mai preso un solo euro pubblico. Se vuoi puoi sostenere Sardegna Abbandonata con una piccola donazione: