Da nuraghe a pizzeria abbandonata, passando per postazione antiarea.
E venne il nulla che prese la pizzeria, che si mangiò il caposaldo di artiglieria, che uccise il nuraghe… Se i luoghi abbandonati hanno un fascino imperniato sulla tristezza che li pervade e che sembra aver cristallizzato dei singoli istanti in piccoli e apparentemente insignificanti frammenti di vite dimenticate, questa ex pizzeria ormai regno di piccioni e impiccioni (come noi), se visitata dopo aver raccolto qualche informazione aggiunge a tale sinistro fascino un pesante carico di ansia e inquietudine.
Ascoltiamo “Statale 17” di Guccini ma ci accontentiamo di una Provinciale, sempre 17, la litoranea per Villasimius. All’altezza di Capitana svoltiamo sulla strada comunale “Is Meris”.
Siamo partiti da una statale, sia pure solo in musica, abbiamo percorso una provinciale, svoltiamo su una comunale, e dopo trecento metri svoltiamo in un vicolo cieco: una perfetta sintesi di quanto ci aspetta in fondo alla strada.
Un cancello chiuso da un pesante lucchetto scoraggia solo qualche sprovveduto particolarmente distratto: ai lati del cancello il vuoto assoluto permette un agevole accesso.
La sala ristorante in un rosso provocante conserva tracce di attività di ristorazione che si fermano ai primi anni del secolo che stiamo vivendo, mentre un calendario accartocciato si ferma un attimo prima.
Nonostante la vegetazione tendente al selvaggio, ma addomesticata da un’impietosa motosega nelle sue manifestazioni più adatte alla combustione, dagli archi si riesce a scorgere il mare poco distante.
Attraversiamo la sala e il suo rosso e ci tuffiamo in cucine ormai devastate da fuoco e incuria, altre sale e salette, da ballo e da pranzo, interne ed esterne, anfratti e toilette, vaghi ricordi di estati goderecce. Una toilette in particolare fa gelare il sangue nelle vene: non solo e non tanto per il terribile abbinamento dei colori ma soprattutto per la sua forma circolare.
Quella che da oltre un decennio è il fantasma di una pizzeria infatti sorge su quello che era uno dei rari nuraghi del territorio quartese, trasformato durante la Seconda Guerra Mondiale in caposaldo di artiglieria contraerea.
Il nuraghe è scomparso, dopo qualche migliaio d’anni di storia, per fare spazio alla pizzeria.
Andiamo ancora più avanti fra una piscina in cui nuotano solo rifiuti ed erbacce e ciò che resta di una villetta. Grucce appendiabiti insistono su fantasmi di tegole che furono, e che ora hanno cambiato destinazione: solo l’eternit non è stato saccheggiato dal tetto, chissà poi perchè?
L’ultima tappa di questo vagabondaggio ci porta sull’orlo del precipizio di una cantina, ai tempi bellici probabile deposito di munizioni, ai tempi ludici possibile dispensa, ora, in perfetto pendant con l’ambiente circostante, raccolta indifferenziata di rifiuti ed erbacce.
(grazie a Fabrizio per la collaborazione)
Dove si trova: a Capitana, strada statale “Is Meris”. Google Maps