Un testimone silenzioso di quasi un secolo di storia del Coghinas
Nel solitario e selvaggio scenario della stretta del Muzzone, alle pendici del massiccio del monte Limbara, si erge la diga e centrale idroelettrica del Coghinas, che con i suoi 185 metri di larghezza e 54 di altezza rappresenta una delle più audaci opere di ingegneria della Sardegna del primo ‘900. Costruita tra il 1924 e il 1926 per conto della Società Imprese Idrauliche ed Elettriche del Tirso, sotto la direzione degli ingegneri Angelo Omodeo e Luigi Kambo, venne inaugurata ufficialmente un anno più tardi, nel 1927. L’imponente sbarramento, che dà origine al lago Coghinas, è realizzato in calcestruzzo, pietra e muratura.
L’impianto idroelettrico era formato inizialmente da quattro turbine sotterranee “in caverna”, situate a valle della diga a quaranta metri sotto il letto del fiume. Nei primi anni di attività l’energia elettrica e l’ammoniaca prodotte venivano in parte impiegate per l’alimentazione delle fabbriche della Sarda Ammonia di Oschiri.
Quasi novant’anni dopo, il panorama è notevolmente cambiato: i sogni e le speranze dell’epoca si sono dovuti confrontare con la crisi dell’industria sarda. La centrale idroelettrica è ancora attiva ma ha perso parte del suo antico prestigio, la Sarda Ammonia ha chiuso i battenti ormai da diversi decenni e anche il vicino villaggio ENEL è stato abbandonato.
Un silenzioso testimone di questi cambiamenti è la villa che ospitava il direttore dell’impianto, costruita in contemporanea con la diga e oggi abbandonata, dopo essere stata usata probabilmente come magazzino. La casa, in stile Liberty tipico dell’epoca, si erge sulla sponda orientale della gola e domina dall’alto la centrale e la parte finale dell’invaso, quasi a contemplarli ancora oggi orgogliosamente.
Strutturata su tre piani, l’interno è pericolante e i piani superiori sono difficilmente accessibili. Ben poco è rimasto al suo interno, anche se si possono ancora osservare alcune particolari decorazioni che ci riportano idealmente all’epoca della costruzione. Al di sotto del livello stradale vi è un ulteriore sottopiano, adibito a deposito di macchinari, due dei quali sono oggi ancora visibili.
Ma la casa del capocentrale non è il solo testimone della storia industriale del Coghinas. A pochi passi dalla casa del capocentrale, anche se invisibile, c’è il villino che ospitò la famiglia del direttore della Sarda Ammonia.
Dove si trova: subito dopo la centrale ENEL del Coghinas. L’edificio è pericolante e l’accesso è vietato. Google Maps