L’intricata storia di un insediamento agricolo dove nel 1800 si allevavano i cavalli del re e di una colonia estiva oggi abitata dai pipistrelli.
I salti del Sarcidano, benché fertili, boscosi e ricchi di sorgenti d’acqua, restarono per molto tempo incolti e spopolati. Alla fine del XVIII secolo, durante il governo del Regno di Sardegna, furono adottati dei provvedimenti per incrementare l’aumento della popolazione sarda dando vita alla nascita di nuovi paesi. A questo proposito avrebbe dovuto rispondere anche la colonizzazione dei salti del Sarcidano con la fondazione della borgata di Santa Sofia.
Il villaggio venne fondato nel 1767. Il “salto” fu affidato a Salvatore Lostia, il quale ottenne il titolo di conte di Santa Sofia con l’obbligo, nel termine di dieci anni, di stabilirvi 40 famiglie locali e di costruirvi, a sue spese, una chiesa da affidare all’officiatura pastorale dell’Arcivescovo di Oristano.
Il nuovo centro, chiamato Villanova di Sarcidano, posto sotto il patronato di Santa Sofia, era però isolato, totalmente priva di strade, senza assistenza religiosa, al centro di contese fra il feudatario e l’arcivescovo, per cui andò avanti con molte difficoltà.
Fu riorganizzato dal Lostia per ben tre volte, dal momento che, per interessi pascolativi, venne ripetutamente distrutto dai pastori dei paesi limitrofi. Nel 1796, le famiglie si erano ridotte a nove, e nel 1799, appena a quattro.
Un ulteriore tentativo di colonizzazione fu riproposto dal figlio del Lostia nel 1806, ma anche in quella circostanza i coloni abbandonarono il villaggio. Nel complesso, i tentativi rivolti alla creazione del villaggio di Santa Sofia, dal 1767 al 1808, furono ben cinque.
Nel 1800 in Su Dominariu venivano allevati i cavalli che andavano alla cavalleria regia. Quella del Sarcidano è una tra le razze più antiche della Sardegna il cui patrimonio genetico è rimasto praticamente immutato sino ad oggi.
Nel secondo dopoguerra, grazie all’attività di bonifica e di riforma dell’ETFAS (Ente per la trasformazione fondiaria della Sardegna) le terre di Santa Sofia sono state completamente dissodate e risanate. Oggi la borgata è costituita da 32 famiglie con un totale di 100 abitanti, vi si svolge ancora l’attività agricola, con l’integrazione di altri settori produttivi.
Nel territorio di Santa Sofia è presente il rilevante complesso di Su Dominariu, parte del quale è stato costruito nel 1918-1920 dall’Istituto dei Fondi Rustici “Is Milanesos” e comprende stalle e abitazioni per circa 1900 mq. costituenti un quadrilatero di circa 8.000 mq. protetto dai venti freddi di maestrale. L’azienda modello aveva ben 600 cavalli, 350 vacche e 1600 capre.
L’Istituto, nella seconda metà degli anni Trenta, cedette l’azienda a Lucrezio Dalmasso (imprenditore cagliaritano attivo anche a Macomer) che non dimostrò, però, altrettanta competenza nella cura del cavalli. Nei pascoli introdusse un migliaio di pecore, e i cavalli ne risentirono.
Attualmente i cavalli sono del Comune di Laconi che li detiene nei terreni di Forestas tra Funtana Mela e l’altopiano di Santa Sofia.
Oggi il complesso è completamente abbandonato, circondato da sughere, lecci e roverelle. Nella parte nord vi sono le stalle con le mangiatoie per gli animali e una serie di box per i cavalli. Al centro dell’edificio si trova un ampio salone, in buono stato di conservazione con al centro un grande camino.
Nel complesso di edifici è presente anche una colonia estiva abbandonata, aperta a fine anni ’50 e gestita da un privato (tale Serra) che ospitava i ragazzi delle scuole di Cagliari, mentre i giovani di Laconi andavano nella colonia pubblica di Santa Sofia. La colonia di Su Dominariu ospitava tra i 200 e i 300 ragazzi nel periodo estivo. Ha cessato l’attività nei primi anni 70.
All’interno di un piccolo giardino antistante l’ex colonia, è presente un albero monumentale risalente presumibilmente all’anno di costruzione dell’edificio. Si tratta di un Tiglio (Tilia cordata). L’ex colonia comprendeva diverse stanze oggi ingombre di vecchi letti e di materassi disordinatamente accumulati. E’ un susseguirsi di vari ambienti, di stretti corridoi, di buie stanze, quasi un labirinto, con i vecchi intonaci tinteggiati di verde e bianco oggi preda dell’umidità, delle muffe e di ragnatele che ne hanno invaso gli angoli.
Un triciclo abbandonato in uno degli anditi è il malinconico testimone della presenza dei bambini della colonia le cui giocose voci echeggiano ancora nell’ampio salone dipinto di rosso e oggi sostituiti dalla presenza dei tanti pipistrelli che vi hanno trovato dimora negli angoli più bui.
Dove si trova: Su Dominariu è distante circa 8 chilometri da Laconi e si raggiunge percorrendo la strada Prov.le nr. 52, in direzione Laconi – Aritzo poco dopo la borgata rurale di “S. Sofia”. Google Maps.