Un villaggio vacanze abbandonato sul Monte Tinnari è testimone della storia d’amore (non sempre fortunata) tra Sardegna e turismo
Quando una storia d’amore finisce, magari dopo una lunga convivenza, capita di ritrovarsi con scatoloni pieni di oggetti che improvvisamente assumono un significato che fino al giorno prima non avevano.
Col passare del tempo restano solo loro, assieme ai ricordi, a testimoniare che tra quelle pareti, un tempo, c’è stato l’amore. Uno spazzolino, qualche foto sbiadita, quasi sempre delle scarpe. Ma se non ci sono nemmeno i ricordi, cioè se viene a mancare anche la memoria, una storia d’amore finita potrebbe non essere mai esistita, perché non ci sono prove, ma solo degli oggetti senza senso. Ed è così che si presentano alcuni luoghi abbandonati.
Nell’Hotel Hermitage, sotto uno spesso strato di decadenza, sono sparsi gli indizi di un passato fatto di divertimento, spensieratezza, allegria. Eppure gli indizi non sempre sono sufficienti a costituire delle prove. Sarà stato davvero così?
Non lo sappiamo. Il nome stesso, Hermitage, deriva da eremitaggio, eremo, ovvero quei luoghi isolati e inaccessibili dove gli eremiti andavano a ritirarsi. Era forse questo lo scopo del villaggio vacanze costruito nel 1964-1965 dalla famiglia Maffei? Qui non si veniva per godere dell’azzurro mare della Costa Paradiso e dei trenini notturni a base di hit anni 80, ma forse per riflettere e a meditare? Di certo nei primi anni furono vacanze civilizzatrici, quando ancora servivano i gruppi elettrogeni e l’acqua arrivava con le autobotti.
Pensare a una Sardegna senza più turisti è difficile, quasi impossibile. Ma visitando l’Hotel Hermitage e le strutture vicine questo pensiero diventa realtà, senza lasciare più spazio all’immaginazione.
Siamo sul Monte Tinnari, dove lo sguardo domina Costa Paradiso e l’Isola Rossa. Alla macchia mediterranea è bastato un ventennio, per riprendersi ciò che è sempre stato suo. Perfino le strade sono state inghiottite e cancellate, e gli edifici in uno strano stile alpino ora sono sicuramente ben mimetizzati nel paesaggio.
Quantomeno gli edifici superstiti, perché le intemperie hanno iniziato da tempo il loro processo di distruzione creativa: per primo cede il legno, con alcuni bungalow rasi al suolo. Anche pietra e cemento non se la passano bene, col crollo persino della torretta d’osservazione in cima al monte. Meglio se la cavano le case, dove stanno cedendo “solo” ballatoi e spioventi.
Ma il cuore del villaggio, con sale, terrazze e cucine, conserva intatto il suo fascino da gala: possiamo solo immaginare l’animazione serale, i menu turistici, le storie d’amore passionali e violente, e i ricordi affidati a una cartolina che racconta di una esotica Costa dei Tinnari.
Tante le cause di questo abbandono: avendo chiuso i battenti prima dell’era di internet, solo qualche archivio potrebbe fare chiarezza. Per lasciare una proprietà del genere, in un luogo del genere, ci sarà stata una sommatoria di disservizi e cattivi bilanci. Ma per quanto ancora potrà aspettare questo monumento all’eclettismo architettonico, dove lo stile smeraldino incontra la baita, dove gallerie e rimesse di cemento sfiorano il granito, in questa frazione remota spesso teatro di incendi dolosi?
Un volantino sul pavimento parla della fantastica stagione del 1986. Forse è proprio questa la firma dell’assassino? L’Hotel Hermitage non poteva sopportare che i riti, gli usi e le abitudini degli anni ’80 potessero finire e ha preferito chiudere prima, non reggendo al crollo di un’era, preferendo restare così, com’è sempre stato. Dopotutto qui il Muro, anzi i muri, sono ancora in piedi. Altre voci ci dicono che il villaggio vacanze è rimasto attivo fino al 2000.
E sulle pareti corrose dal tempo, tra quadri elettrici e un cuore di legno, troviamo anche un articolo appeso forse da qualche cameriera che sognava la bella vita dei vip: facce sorridenti mangiucchiate dal tempo, parole quasi illeggibili, frasi misteriose, tra le quali oggi spicca solo “…e più felici del mondo”.
Hotel Hermitage, le testimonianze
Abbiamo ricevuto questi messaggi da dei nostri lettori e abbiamo deciso di pubblicarli direttamente nella scheda, a dimostrazione che i luoghi abbandonati a volte hanno un senso per qualcuno.
[…] l’Hermitage è stato ideato e costruito da mio padre tra gli anni ’64/’65 in un contesto totalmente deserto ed unico. È stato di sua proprietà per alcuni anni nel corso dei quali il locale è stato il punto di riferimento nella zona sia per la particolarità, la suggestione del paesaggio, le serate danzanti organizzate con la presenza di personaggi del calibro di Michelangelo Antonioni e Monica Vitti (appena approdati a Costa Paradiso e dove tutt’oggi esiste ancora la villa, costruita nella roccia e con una vista incredibile); per anni l’Hermitage ha funzionato con luce data da gruppi elettrogeni ed acqua portata con autobotti, questo è stato Tinnari per anni e questo rende ancora oggi magico ed insostituibile questo posto per noi e per chi è proprietario delle villette che si trovano lì. Dopo alcuni anni il locale è stato venduto ed ha continuato ad essere uno dei riferimenti per le persone del posto, ma purtroppo con l’acquisto da parte dell’ultimo proprietario le cose sono andate peggiorando a causa di problemi economici che si è trovato ad affrontare. Questa è la vera storia dell’Hermitage ma ci sono altri casi come il locale poco più sopra e di proprietà sempre di mio padre che ha però avuto la sfortuna di essere costruito su terreno demaniale, e pertanto di proprietà della Regione, la quale in Sardegna possiede una percentuale elevatissima di territori dati in affitto e mai ceduti in proprietà portando così all’abbandono, strutture sulle quali inevitabilmente con il tempo bisognerebbe agire con ristrutturazioni ma che diversamente non vengono fatte perché non convenienti non essendone proprietari. […] Era assolutamente un locale di classe e molto in voga in quegli anni tanto che organizzavano serate come anticipato e durante il giorno escursioni al mare con pranzi al sacco per chi lo chiedeva e servizio navetta per portare gli ospiti e riprenderli; in quella che è stata successivamente la casa del custode era in origine quella dei miei, un piccolo gioiello in miniatura in cui è poi nata mia sorella, unica nativa di Tinnari (Stefania)
Dove si trova: nord della Sardegna, Monte Tinnari, nel Comune di Trinità d’Agultu e Vignola (OT). Google Maps
Foto