Da fuori sembra un qualunque edificio industriale abbandonato, come tanti altri. Ma al suo interno l’ex centrale elettrica della Laveria Brassey nasconde un segreto.
Quello che da fuori appare oggi come un anonimo capannone era in realtà un luogo importantissimo per il funzionamento della Laveria Brassey. Si trova infatti proprio di fronte ed era la centrale elettrica che, grazie a due motori diesel, forniva energia alla laveria ma anche ai pozzi Lambert e Casargiu.
Appare più recente rispetto agli edifici intorno – soprattutto rispetto alla laveria, che sembra antichissima anche se non lo è – ma in realtà è dello stesso periodo, ovvero 1912, o almeno così ci risulta. Pare che sia uno dei primi edifici realizzati in cemento armato in Sardegna.
Ha smesso di funzionare negli anni ’60, e da allora è là, tra i vari edifici civili e industriali di Naracauli, un rettangolo grigio e anonimo sulla strada. Quando ci si passa davanti quasi non lo si nota, un po’ perché affascinati dalle monumentali rovine della laveria, un po’ perché sembra davvero un grosso mattone grigio in mezzo alla vegetazione. Eppure oggi è anche qualcos’altro.
Quando diciamo che è difficile dire che un luogo è abbandonato intendiamo anche questo. Infatti, avvicinandoci alla struttura, notiamo che la vegetazione cresce rigogliosa e – almeno in certi periodi dell’anno – c’è acqua tutto intorno. L’ex centrale elettrica è al centro di una specie di piccolo stagno.
All’interno, la meraviglia: si è creato un piccolo microcosmo in quello che da fuori sembra un luogo totalmente privo di vita. Non ci sarà più l’energia generata dai motori diesel, ma c’è molto altro. L’acqua, assieme al sole che arriva dalle aperture sulle pareti, ha creato uno strano ecosistema, un piccolo mondo imprevedibile e suggestivo.
Nell’acqua e sui bordi dell’edificio crescono varie specie di piante e licheni e sembra davvero di ritrovarsi in uno stagno circondato di calcestruzzo. Ma non c’è solo la vegetazione, ci sono anche numerosi insetti, e quindi uccelli. Insomma: relazioni ecologiche, relazioni tra specie, vita. E c’è anche l’ombra, fondamentale per alcune specie di piante e perché l’acqua non evapori velocemente, dato che è una delle poche strutture di Naracauli ad avere ancora il tetto.
E così questo grigio e anonimo edificio diventato un piccolo scrigno di inaspettata meraviglia dimostra che l’abbandono da parte degli esseri umani ha conseguenze imprevedibili. Basta poco. Acqua, terra, luce, e si creano altri mondi, altre relazioni, altri tipi di vita. E ancora una volta è difficile definire qualcosa del tutto “abbandonata”. Forse qua c’è più vita ora di quanta ce ne fosse quando i due motori diesel erano in funzione.
Dove si trova: Naracauli, di fronte alla Laveria Brassey, lungo la strada che porta a Piscinas. Google Maps.
Foto
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